Santa Maria di Leuca, seduce e coinvolge l'animo umano, con le sue grotte rocciose, con le sue ville, tutte uniche per lo stile e la particolarità, con le sue preziose vedute, con la musicalità della sua natura.
È il luogo di incontri, in cui infinite emozioni s'intrecciano, tra il fascino degli ulivi secolari, le petrose "paiare" e il dolce suono dell'onda che muore tra gli scogli.
Da Punta Meliso a Punta Ristola è tutto un tripudio di colori, il mare con i suoi fondali ricchi di tesori e il cielo blu velluto dipinto di stelle. Zampillio di profumi ed odori dispersi nel tempo, si confondono dentro i riflessi grandi della sera.
Il Capo di Leuca è una terra ricca di storia, arte, cultura, tradizioni e mare che impreziosisce ancora di più quelle coste frastagliate e spioventi, quella sabbia dorata e finissima, quella terra generosa fatta di ulivi secolari e tanti buoni frutti.
Ogni paese, ogni frazione, ogni borgo è un piccolo gioiello che racconta di tanti anni di storia, di invasioni, di lotte, di civiltà succedutesi ma anche dell'orgoglio della gente che conserva, nonostante tutto, quell'eredità culturale e quel patrimonio folkloristico avuto in eredità.
Peculiarità di questo territorio è il suo mare, la sua bellezza, il suo mistero, i suoi tesori, la sua forza. Emozioni infinite si susseguono alla vista dell'immensa distesa di acqua che sa essere paca e dolce, tempestosa e ribelle. Proprio da questo avvicendarsi di flutti, risacche e maree che vengono alla luce, a volte sospese tra la terra e il cielo, a volte tutte inabissate, le spelonche che costeggiano il territorio. Da est ad ovest, in barca, a piedi o a nuoto si possono ammirare, in tutta la loro bellezza, pregnanti di storia, di secoli e di leggende, le grotte scavate dalla furia del mare e dall'uomo lungo tutto il litorale dal ponte Ciolo a Punta Meliso, estremo lembo d'Italia a Santa Maria di Leuca.
La Basilica affonda le sue radici ai primordi del cristianesimo. Essa sorge là dove c'era stato il tempio dedicato alla dea Minerva del quale, entrando in Chiesa, sulla destra, si conserva un cimelio: l'ara o una parte di essa, su cui venivano offerti dai Leuchesi i sacrifici alla Dea.
La tradizione vuole che a Santa Maria di Leuca sia sbarcato il Principe degli Apostoli -S. Pietro-, proveniente dall'Oriente per recarsi a Roma.
Il Santuario è stato distrutto ben cinque volte dalla forza devastatrice dei Turchi e dei Saraceni ed era stato ricostruito sempre seguendo più o meno gli stessi muri perimetrali. La prima si ebbe in seguito all'editto di Diocleziano e di Galerio (293-311) che ordinava la demolizione di tutte le Chiese. Per questo editto anche la Chiesa di Leuca venne rasa al suolo. Riedificata la nuova chiesa e dedicata a Maria salutata dall'Angelo, fu consacrata il 1° agosto del 343 dal Papa Giulio I, il quale, tornando dalla visita ai luoghi santi si fermò a Leuca.
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